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20-Jun-19 · Sviluppo del bambino e dell'adolescente

Ci vorrebbe un amico : le prime amicizie dei bambini

Cosa fa scattare l'amicizia tra i bambini piccoli, e come possono i genitori incoraggiare le esperienze sociali?

Fin dalla prima infanzia i bambini mostrano delle preferenze nella scelta dei compagni con cui interagiscono e, a volte, tali preferenze diventano vere e proprie amicizie. I legami di amicizia si possono sviluppare sin dal secondo anno di vita e hanno già quelle caratteristiche di reciprocità, intimità e durata nel tempo che definiscono il concetto di amicizia  nell’età adulta.

Fino ai 18 mesi il bambino è  interessato ai suoi coetanei e li osserva, ma non interagisce molto con loro, preferendo rivolgersi agli oggetti e ai giocattoli. È verso i due anni che comincia a manifestare delle preferenze per altri bambini e a cooperare con loro, anche se inizialmente gli scambi sono molto brevi. Principalmente, a questa età si limita ad osservare cosa fanno gli altri e ad agire in parallelo, limitando le vere interazioni a fugaci momenti.

Piccoli amici: come si riconoscono?

A 2-4 anni, le coppie di amici si distinguono perché tra loro ci sono giochi di fantasia più complessi, sguardi e scambi reciproci più frequenti e una maggior condivisione di stati affettivi. Sono più frequenti comportamenti come avvicinarsi e toccarsi, segnali di eccitazione e gioia nello stare insieme, e la creazione di ricordi e segreti comuni. I bambini amici giocano con gli stessi giocattoli, se li scambiano, si imitano; in caso di conflitto, tendono a negoziare e arrivare a una soluzione positiva, molto più spesso che nelle interazioni conflittuali con bambini non amici. Anche bambini molto piccoli aiutano l’amico in situazioni di disagio o stress, lo consolano  o cercano un adulto che possa aiutarlo, lo proteggono e tentano di allontanare la fonte del disagio. Fino ai 5-6 anni, l’amico è sostanzialmente colui con cui si gioca e il concetto di amicizia è piuttosto instabile e legato alla situazione contingente; solo più tardi il concetto di amicizia si fa più stabile,  comprende regole di comportamento e l’idea della condivisione e della reciprocità.

Cosa fa scattare l’amicizia?

Fare amicizia in età prescolare è piuttosto semplice, e i fattori favorenti sono la somiglianza per età e per interessi e il praticare insieme attività di svago o di apprendimento. Lo sviluppo del linguaggio, con il progredire dell’età, consente una sempre  maggiore condivisione delle esperienze, la costruzione di ricordi comuni  e lo scambio di opinioni.

Anche le amicizie, come tutti gli ambiti di vita del bambino, sono influenzate dal temperamento e personalità del piccolo e da fattori familiari come lo stile educativo dei genitori o il tipo di attaccamento. Alcuni bambini più timidi e introversi hanno pochi amici, altri sono più socievoli. Alcuni scelgono gli amici sulla base della somiglianza, altri prediligono amici diversi da sé. In ogni caso, la scelta è dettata da bisogni profondi e ha una sua logica, anche quando la coppia appare all’adulto mal assortita (ad esempio, un bambino molto timido che sceglie un amico molto socievole e aggressivo).

Perché le amicizie sono importanti?

Fino ai 3-4 anni, i punti di riferimento del bambino sono i suoi genitori, che percepisce come infallibili e insuperabili, e di fronte ai quali sarà sempre in difetto. Con i coetanei invece, il bambino può misurarsi ad armi pari e sperimentare effettivamente le sue capacità: un’occasione preziosa, quindi, per conoscere meglio i suoi punti di forza e i suoi limiti. Oggi per un bambino non ci sono, come in passato, molte occasioni di frequentare coetanei nei primi anni di vita. Per chi non frequenta l’asilo nido, può  accadere che il primo vero impatto con altri bambini avvenga solo con la scuola dell’infanzia, a tre anni. L’incontro può non essere gradevole, per il bimbo abituato a stare solo con adulti che si adeguano alle sue esigenze; i coetanei sono molto meno accondiscendenti e costringono il bambino a sopportare delle piccole frustrazioni, che però sono molto utili alla sua crescita. Nel gruppo di coetanei è necessario comportarsi secondo delle regole per essere accettati e questo favorisce lo sviluppo morale; allo stesso tempo, essere accettati e amati da altri bambini al di fuori della propria famiglia, rinforza l’autostima e la consapevolezza di essere degni di affetto. L’amicizia permette inoltre di sviluppare un repertorio di comportamenti ampio e raffinato, tra cui anche il comportamento altruistico. I bambini senza amici si sentono spesso infelici e soli e l’assenza di amicizie è collegata a una maggiore probabilità di disagio emotivo. E’ importante comunque non confondere una reale difficoltà a socializzare con il normale bisogno del bambino di uscire a volte dal gruppo e ritagliarsi dei momenti in cui stare da solo. Infatti, anche la socializzazione “a tutti i costi” non è rispettosa delle esigenze del bambino.

Come favorire le amicizie?

E’ importante che a 2-3 anni il bimbo possa frequentare abitualmente altri bambini, preferibilmente sempre gli stessi, per consentirgli di avvicinarsi gradualmente e favorire la nascita di amicizie spontanee. L’amicizia, infatti, va favorita dai genitori, ma mai imposta. Accade ad esempio con le amicizie “combinate”, in cui i genitori amici vorrebbero che anche tra i rispettivi figli nascesse lo stesso feeling: cosa che di solito non accade mai!  Inoltre, gli adulti dovrebbero evitare più possibile di intervenire nelle questioni tra i piccoli amici, lasciando che se le sbrighino tra loro, anche perché nelle amicizie infantili ci sono dinamiche che sfuggono ai genitori. Solo se il litigio è violento, gli adulti devono intervenire per separare i bambini, ma dovrebbero sforzarsi di non giudicare e non prendere le parti dell’uno o dell’altro, e soprattutto del proprio pargolo: il bambino ha bisogno di imparare a gestire da solo anche le esperienze di conflitto, di rifiuto o di umiliazione. Saperlo fare senza la protezione del genitore, lo fortifica e matura e lo rende anche un amico più desiderato e ricercato dai compagni.

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Signorina lei ha bisogno d'affetto

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