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20-Jun-19 · Sviluppo del bambino e dell'adolescente

Perché i bambini mordono?

I bambini che mordono preoccupano i genitori e spaventano gli altri bambini. Ma quale significato si nasconde dietro il morso? E cosa fare?

Di solito ce n'è almeno un paio in ogni sezione del nido e la loro fama viaggia veloce: sono i piccoli "morsicatori folli", bimbetti con una spiccata tendenza ad addentare il vicino. Incubo della mamma, che non sa come scusarsi con la madre della "vittima", nonché dell'educatrice, che suda freddo mentre si appresta alla comunicazione del fattaccio. Anche perché poi le vittime addentate sono quasi sempre le stesse, prese di mira perché più miti e arrendevoli o per le guance particolarmente invitanti...Il morso del bambino desta spesso una certa preoccupazione, ma è importante conoscerne i diversi significati: se fino a una certa età è un comportamento fisiologico e utile, dopo può diventare la spia di un malessere psicologico.


Dai sei mesi d'età, il bimbo porta tutto alla bocca: è il suo modo di esplorare il mondo e formarsi un concetto degli oggetti sperimentandone forma, dimensione, odore. Già da prima è in grado di succhiare, ma con la comparsa dei dentini si aggiunge una nuova, interessante capacità: mordere. Come per tutti gli altri schemi di azione, il bimbo lo applica a tappeto a tutto ciò che gli capita a tiro: oggetti, ma anche essere viventi! Per lui non c'è distinzione, sta semplicemente sperimentando questa nuova azione con tutta la realtà che lo circonda. Durante il primo anno, mordere è quindi un comportamento fisiologico necessario allo sviluppo cognitivo del piccolo. Anche il fenomeno stesso della dentizione induce il piccolo a mordere per alleviare il fastidio alle gengive.

 

Dopo l'anno, il bimbo si accorge che il morso produce degli effetti particolari sulle persone e comincia a farne un uso comunicativo: mordere può diventare un modo per esprimere emozioni, richieste e stati d'animo che il piccolo non riesce a esplicitare verbalmente, avendo ancora un linguaggio rudimentale. Soprattutto nei momenti di frustrazione, il morso può diventare un messaggio o una richiesta che il bimbo non sa esprimere diversamente e viene messo in atto senza una intenzione di fare del male. Nei primi due anni, infatti, il bimbo non è ancora in grado di distinguere il bene dal male, non ha consapevolezza dei pericoli, non sa dosare bene le sue energie e non sa neanche prevedere le conseguenze di un suo comportamento.

 

Dopo i due - tre anni, il morso non ha più nulla di fisiologico e può essere il segnale di una difficoltà psicologica che va approfondita. Può essere utilizzato deliberatamente per esprimere rabbia, per intimorire i compagni e imporsi, per ottenere ad esempio i loro giocattoli; questo espone il bambino al forte rischio di essere isolato dai compagni ed etichettato dai genitori delle "vittime" come delinquente in erba da cui tenere lontano i propri figli. Il morso può esprimere anche altre forme di malessere, come ansia o paura di una situazione nuova che il piccolo non sa come gestire. La consulenza di un professionista può aiutare a mettere a fuoco il significato del comportamento del bambino, in famiglia e fuori, e a sostituirlo con modalità di comunicazione più accettabili.

 

Anche se il morso è fisiologico nel primo anno di vita, tuttavia sin dall'inizio è opportuno scoraggiarlo, o, almeno, non alimentarlo. E' importante ad esempio non ridere e non stare al gioco quando il bimbo comincia ad addentare: deve essere chiaro che non è un comportamento desiderabile. A volte i genitori hanno l'abitudine di mordicchiare il bimbo per gioco; meglio evitarlo con i piccoli Hannibal Lecter, che hanno particolare difficoltà a distinguere tra morsi affettuosi e quelli aggressivi. Senza sgridare o punire, è però necessario mostrarsi contrariati e dirgli "Non fare così, mi fai male!", mostrandogli anche il segno che ha lasciato. Quando ci si accorge che sta per mordere, interromperlo con un secco "No!", con tono di voce fermo e guardandolo negli occhi. E' importante fornire alternative: se è piccolo ed è nella fase in cui "deve" mordere tutto, fornirgli giochi adatti per essere messi in bocca; se è più grande e usa il morso per comunicare o ottenere qualcosa, mostrargli che le cose di possono esprimere e chiedere con le parole. Se ha morso per rabbia o frustrazione, dirgli che capiamo che in quel momento era tanto arrabbiato, ma che il morso non è una soluzione possibile. Lodarlo quando riesce a trattenersi dal mordere lo aiuterà ancora di più. Il comportamento da tenere va concordato tra tutti gli adulti che curano il piccolo e soprattutto con il personale del nido, dove è più frequente trovare all'opera il piccolo morsicatore, date le maggiori occasioni di tensione con i coetanei. In ogni caso, prestare attenzione alle occasioni in cui il bimbo tende a mordere permette di capire i suoi bisogni e prevenire il gesto, sostituendolo con strategie più accettabili.

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Signorina lei ha bisogno d'affetto

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