26-Jun-19 · La personalità
"Decidi tu al posto mio!", la personalità dipendente
La persona dipendente lascia ogni decisione agli altri e ha un estremo bisogno di accudimento. Con la terapia riacquista la fiducia in se stessa.
Da "cosa mi metto oggi" a "quale facoltà scelgo", da "dove andiamo in vacanza" a "che tipo di lavoro voglio fare": ogni questione diventa un dilemma su cui chiedere sistematicamente consiglio ad altri. E se l'altro dice qualcosa che non piace, lo si fa lo stesso, pur di compiacerlo. È la personalità dipendente, e può diventare un vero e proprio disturbo, determinando un comportamento sottomesso e un eccessivo bisogno di essere accuditi dagli altri.
Chi presenta questo disturbo ha difficoltà a prendere da solo le decisioni quotidiane e chiede continuamente consiglio e rassicurazione agli altri. Poiché ha poca fiducia nelle proprie capacità, di solito non prende iniziative e aspetta che siano gli altri a farlo perché crede che sicuramente lo facciano meglio. Anche se si trova in disaccordo con gli altri, non lo esprime per timore di perdere il legame o l'approvazione, e anzi spesso tende a fare cose anche spiacevoli e non desiderate pur di accontentare gli altri e garantirsi il loro supporto, di cui crede di non poter assolutamente fare a meno. Il suo pensiero è "Se mi rendo indispensabile, non potrà fare a meno di me e non mi lascerà mai". Può arrivare a tollerare anche un partner violento, pur di mantenere il legame. Sminuisce anche i propri punti di forza e abilità pur di restare nel ruolo di persona bisognosa di accudimento.
Quando si ritrova solo si sente incapace e indifeso, pensa di non riuscire a cavarsela da sé e cerca ansiosamente qualcuno a cui aggrapparsi. Così ad esempio quando finisce una relazione stretta, cerca immediatamente di rimpiazzarla con un'altra per colmare il senso di vuoto.
Quando parliamo di un disturbo di personalità, non ci riferiamo a comuni tratti che tutti possiamo avere, ma alla rigidità e pervasività di questi tratti, che influenzano negativamente tutti gli ambiti di vita.
Gli individui con questo tipo di personalità possono andare incontro a diversi problemi. Ad esempio, nell'ambito lavorativo non sono molto apprezzati perché mancano di iniziativa, di progettualità e perché necessitano di una continua supervisione per lavorare in modo efficiente.
Nell'ambito delle relazioni sociali, rischiano di coinvolgersi in relazioni sbilanciate e distorte e di legarsi a persone narcisiste che poi assumono nei loro confronti atteggiamenti dominanti e controllanti. Anche se apparentemente desiderano questo tipo di legame, inevitabilmente sviluppano e covano rabbia e senso di costrizione verso l'altro. Anzi, aggrapparsi agli altri spesso nasconde una aggressività sottostante e preesistente e un atteggiamento ricattatorio, un po' come dire "Ora tu hai il dovere di accudirmi, lo pretendo!", "Io faccio tutto questo per te, e tu ora non puoi lasciarmi!"
Infine, le persone dipendenti rischiano anche di sviluppare disturbi depressivi se devono affrontare la perdita di relazioni significative.
Una dipendenza esagerata può essere frutto di uno stile genitoriale che alimenta nel bambino una idea di sé come persona fragile e incapace. Pur in buona fede, i genitori trasmettono al figlio l'idea che non sia in grado di cavarsela da solo e che debba ricorrere al loro aiuto o consiglio, o che l'indipendenza sia qualcosa di pericoloso. Inoltre, spesso questi genitori hanno delle difficoltà a fornire un accudimento regolare e stabile. La loro disponibilità affettiva è intermittente e imprevedibile, perciò il bambino teme costantemente di essere abbandonato e cerca di garantirsi la vicinanza del genitore con una dipendenza esasperata.
Il trattamento psicologico può aiutare la persona a diventare più fiduciosa in sè stessa e indipendente. Il primo obiettivo è permetterle di riconoscere autonomamente i propri desideri, altrimenti si rischia che anche nella relazione con il terapeuta la persona finisca per adeguarsi ai desideri o obiettivi del terapeuta piuttosto che seguire i propri. Poi occorre aumentare l'autonomia senza che questo significhi rompere le relazioni: si può insomma conciliare la propria indipendenza con il mantenimento del legame, senza che qualunque segnale di autonomia, propria o dell'altro, venga interpretato come pericolo di abbandono e perdita. Infine, si aiuta la persona a tollerare e gestire il senso di vuoto e di inadeguatezza nell'affrontare la vita quotidiana. Soprattutto, occorre lavorare sul timore profondo che apparendo più competente e sicura, possa perdere l'amore dell'altro.