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21-Jun-19 · Educazione del bambino

«Se è maschio Kevin, se è femmina Chanel», come si vive con un nome insolito

Avere un nome proprio  insolito influenza il modo in cui gli altri ci percepiscono e giudicano...non sempre positivamente!

“Nomen omen”: il nome è destino, credevano i Romani. Presso alcuni popoli antichi, si attribuiva alle parole un potere evocativo tale, da ritenere che il nome di una persona non fosse semplicemente un suono, ma quasi la sua stessa anima. Oggi credenze magiche come questa ci fanno sorridere, le guardiamo con sufficienza e ironia. In realtà, però, il nome che portiamo influenza tuttora la nostra vita molto più di quanto immaginiamo. Soprattutto, il nome da solo basta a influenzare il modo in cui gli altri ci percepiscono: quanto ci credono intelligenti, affidabili e persino attraenti.

Come si sceglie il nome

I genitori scelgono i nomi dei propri figli sulla base della popolarità di un certo nome in quel momento: più un nome guadagna diffusione, più genitori lo sceglieranno. Se invece la popolarità di un nome diminuisce, sarà sempre meno scelto fino a cadere in disuso. E’ insomma un elevato conformismo a guidare la scelta del nome. Le ricerche smentiscono poi l’opinione comune che le varie celebrità del momento influenzino la scelta di come chiamare i propri figli, almeno sul lungo periodo: resta il fatto che, per quanto passeggere, alcune mode producono un momentaneo boom di “Allison”, “Kevin” o “Chanel”. Altri genitori, soprattutto quelli con un nome molto comune, desiderano invece dare ai figli nomi più particolari, nel tentativo di sottolineare la loro unicità o di trasmettere un messaggio legato a propri ideali di vita. Con i maschietti, i genitori si sentono maggiormente in dovere di trasmettere il nome dei nonni o comunque un nome ricorrente nella storia familiare, mentre con le femminucce si sentono più liberi di scegliere nomi insoliti e originali. In rari casi, la scelta del nome rasenta il sadismo e l’incoscienza e suscita legittimi dubbi sulla generale capacità dei genitori di rispettare la nuova vita che mettono al mondo.

A scuola cominciano i guai

I bambini con nomi insoliti possono avere problemi a scuola, a causa di battute ironiche, scherzi e storpiature da parte dei compagni. Ma l’aspetto più inquietante riguarda gli insegnanti: il nome di un bambino è in grado di influenzare persino il voto. Lo stesso tema firmato una volta “Marco” e una volta “Justin” riceve una valutazione diversa, a vantaggio del nome più comune e tradizionale. Sembra che il nome più “maltrattato” dagli insegnanti sia “Kevin”: per loro, sicuro presagio di guai prima ancora di conoscere il piccolo!  I nomi più tradizionali vengono associati all’immagine del bravo studente,  mentre i nomi insoliti suscitano in gran parte un immediato giudizio negativo. Il pregiudizio è pericoloso perché diventa una profezia che si autoavvera: le aspettative dell’insegnante influiscono infatti sul rendimento dell’alunno, così che gli scolari che percepiscono una minor fiducia nei propri confronti finiscono davvero per impegnarsi meno. Anche una volta fuori dalla scuola, comunque,  chi si chiama Anna o Maria continuerà ad essere considerata più affidabile e responsabile di una Jessica o Chantal, indipendentemente dalle sue reali qualità.

Nome e sex-appeal

Il nome di battesimo di una persona influenza persino la percezione del suo fascino da parte degli altri. Si è rilevato ad esempio che la stessa foto della stessa persona, presentata una volta con un nome e una volta con un altro, suscita diversi giudizi sul suo grado di avvenenza. La ricerca in questione è americana e conclude che i nomi maschili che contengono le vocali “i” ed “e” sono associati a un maggior fascino,  mentre i nomi con la “u” piacciono meno; per i nomi femminili, avverrebbe invece l’esatto contrario. La spiegazione di questo risultato si troverebbe nelle associazioni simboliche che le vocali suscitano universalmente a livello inconscio. Si è visto anche che il nome per intero, rispetto al diminutivo, è considerato più attraente.

 Le donne con un nome aggraziato e femminile (in testa risulta esserci “Isabella”) ottengono dagli altri anche un trattamento migliore rispetto a chi ne ha uno più maschile.

Come si vive con un nome strano

Chi si ritrova a portare un nome particolare o imbarazzante può reagire in vari modi. Nella maggior parte dei casi, lo accetta considerandolo attinente al suo carattere. Altri si oppongono e cercano di contrastare il significato del nome che percepiscono come negativo. Ad esempio, se si tratta del nome di un familiare, fanno di tutto per differenziarsi dall’omonimo. Non pochi cambiano il proprio nome proprio per un’esigenza di individualità e affermazione personale. Un caso particolare riguarda le persone che ereditano il nome di familiari scomparsi in circostanze tragiche, soprattutto di fratelli morti prematuramente. E’ sempre fortemente sconsigliabile una scelta del genere, che rinforza in questi figli la già penosa sensazione di essere un mero sostituto di qualcun altro e di non essere “visti” come individui unici e irripetibili. Anche al di là di queste situazioni particolari, occorre sempre ricordare che la posizione psicologica di chi assegna il nome è diversa da quella di chi lo porta. Certo qualsiasi scelta veicola delle aspettative sul nascituro, che sono in parte ineliminabili, ma alcuni nomi hanno un potere particolare nel limitare la libertà e le potenzialità di un individuo e occorre esserne consapevoli se si desidera una crescita serena per il proprio bambino.

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Signorina lei ha bisogno d'affetto

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