21-Jun-19 · Famiglia e genitorialità
Segreti di famiglia: il potere del non detto
Un segreto in famiglia distorce la comunicazione, comporta disagio e confusione, fino a provocare in alcuni membri patologie psichiche o fisiche.
Un segreto di famiglia è un’informazione, relativa ad eventi passati o attuali, conosciuta da alcuni membri della famiglia e tenuta nascosta ad altri. Gli eventi tenuti segreti in genere sono suicidi, paternità biologiche, aborti, malattie mentali, dipendenze, abusi sessuali, fatti criminosi, adozioni. Con i cambiamenti della società, emergono nuove tematiche oggetto di segreto familiare, come il concepimento con fecondazione assistita eterologa.
Si sceglie di mantenere il segreto per timore della riprovazione sociale e per proteggere gli altri membri della famiglia da informazioni che si pensa procurerebbero loro sofferenza.
Il custode del segreto
Studi di tipo cognitivista rilevano che la persona che detiene il segreto tende a sviluppare pensieri intrusivi sul contenuto da nascondere: lo sforzo di celare l’informazione, non fa che aumentare la probabilità che questa si ripresenti in memoria. Più non vogliamo pensare a qualcosa, più ci pensiamo. E più ci sforziamo di sopprimere un pensiero, più sono visibili all’esterno alcuni segni non verbali. Ad esempio, cercheremo in ogni modo nelle conversazioni di evitare il tema collegato al segreto, cambiando discorso, cercando di dissimulare l’imbarazzo o ostentare disinteresse o di controllare le emozioni, comunque comportandoci in modo non naturale. Nei segreti di famiglia, questo si ripete per anni in innumerevoli circostanze. Per questo i membri della famiglia che non sono a conoscenza del segreto, percepiscono ugualmente qualcosa di anomalo, intuiscono ma senza mai avere la possibilità di chiarire la loro percezione. A questo proposito si dice, in psicologia, che “il segreto trasuda”.
Chi condivide il segreto è imprigionato da un obbligo morale e sente il peso di non poter essere autentico nelle relazioni intime. L’ingiunzione a “lavare i panni sporchi in famiglia” gli impedisce di chiedere aiuto, temendo anche la punizione dell’esclusione della famiglia, in caso rompesse l’ordine del silenzio.
Il segreto si ripete
Anche i membri che sono tenuti all’oscuro vivono un grosso disagio, perché costantemente immersi in una cortina fumogena e in un clima dove domina una comunicazione disfunzionale, strana e contraddittoria, incentrata sulla necessità di celare informazioni ed emozioni. Può verificarsi un meccanismo di ripetizione nelle generazioni successive dell’evento oggetto del segreto: paradossalmente, l’essere tenuti all’oscuro di un fatto, che però viene intuito inconsciamente, porta a ripetere quell’esperienza nel tentativo di padroneggiare una sofferenza a cui non si sa dare un significato. Così si verificano strane coincidenze, ripetizioni del fatto originario nei membri che ne sono all’oscuro, in date significative come gli anniversari, o sintomi di un membro della famiglia che ricalcano sorprendentemente quelli “coperti dal segreto” manifestati in passato da un congiunto.
“Ciò che viene taciuto alla prima generazione, la seconda lo porta nel suo corpo” (Francoise Dolto): la generazione originaria, custode del segreto, non può evitare di “trasudare” il disagio da ciò che fa; la prima generazione avverte il disagio, ma non conosce i fatti e può solo cercare di interpretare per darsi una spiegazione di ciò che vede; la seconda generazione continua a percepire disagio e distorsioni, ma il contenuto del segreto è talmente lontano che non è neanche “pensabile”, cosa che fa sprofondare nella confusione, comportando a volte gravi disturbi mentali, comportamentali e psicosomatici, che possono emergere nelle fasi esistenziali più significative. Il segreto continua perciò ad agire orientando le scelte delle persone a loro insaputa e bloccando il loro sviluppo.
Svelare il segreto?
Le persone che detengono il segreto possono trovare in un aiuto professionale l’opportunità di discutere e valutare se comunicare il segreto e in quale maniera. In genere lo svelamento dei segreti ha un effetto benefico su tutti i membri della famiglia. Agli adulti, i segreti dovrebbero essere rivelati prima possibile: più passa il tempo, più la persona può reagire sentendosi ingannata e tradita. Lo svelamento causa prevedibilmente un iniziale shock, ma se è dettato dalla volontà di instaurare una relazione più autentica e sana, l’effetto a lungo termine è comunque benefico. Ai bambini, che istintivamente percepiscono i segreti ma non hanno gli strumenti per fare chiarezza e finiscono con il dubitare di sé e delle proprie percezioni, bisognerebbe svelare al più presto con le parole opportune i contenuti nascosti, perché l’atmosfera disfunzionale di confusione provocata dal segreto non infici il loro sviluppo, la fiducia in sé e negli altri. Il timore di ferirli è comprensibile, ma occorre pensare che la sofferenza provocata dal “non detto” li ferisce molto più a lungo e profondamente, delle informazioni che si vogliono nascondere.