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21-Jun-19 · Ansia, depressione, traumi

Le fobie, cosa sono e come superarle

Le fobie sono paure irrazionali che possono riguardare qualunque situazione. Per superarle serve affrontare la paura in modo graduale e programmato.

L’aereo, i serpenti, gli aghi e l’altezza sono un classico. Ma ci sono pure lampadari, cellulari, pagliacci, persino suocere. L’elenco dei potenziali oggetti in grado di scatenare fobie è illimitato e spesso anche bizzarro. La fobia specifica è una paura marcata, persistente e irragionevole per oggetti o situazioni che non costituiscono un pericolo reale. Anche se la persona si rende conto che il suo timore è eccessivo, a nulla valgono le spiegazioni razionali: al presentarsi dello stimolo, o anche al solo immaginarlo, viene sopraffatta dall’ansia. Come negli altri disturbi d’ansia, sono presenti intensi sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, tremori, vertigini. In certi casi, la paura può essere normale: volare in aereo, ad esempio, intimorisce molti. La maggior parte delle persone, tuttavia, vola lo stesso malgrado il disagio. Parliamo di fobia quando la paura è tale da scatenare una intensa ansia o portare a evitare sistematicamente di prendere l’aereo.

Il pericolo è l’evitamento

La persona evita le situazioni temute, ma ogni evitamento alimenta un circolo vizioso per cui diventa sempre più difficile l’idea di affrontarle. Inoltre ciò può comportare un grave restringimento dei campi vitali. Se una fobia dei serpenti rappresenta per noi occidentali un disturbo del tutto trascurabile, una fobia dei cani o dei gatti comporterebbe notevoli limitazioni, o pensiamo ai disagi di chi ha una fobia per i lampadari; l’evitamento può anche esporre a rischi per la propria salute, come accade a chi temendo aghi e iniezioni non si sottopone a controlli o cure mediche necessarie.

Le fobie più comuni riguardano gli animali (ragni, insetti, topi, cani, gatti, uccelli…), l’ambiente naturale (il buio, l’altezza, i tuoni…), il sangue, le iniezioni e ferite, i luoghi chiusi o i mezzi di trasporto. Ma i possibili oggetti fobici sono potenzialmente infiniti.

Molte ipotesi sulle cause

Secondo l’ipotesi psicoanalitica, la fobia di un oggetto è un riflesso di qualcos’altro, un parafulmine su cui vengono concentrati conflitti interiori di cui non siamo consapevoli. Per l’ipotesi comportamentista invece, le fobie sono semplicemente apprese: l’organismo ha associato un oggetto di per sé innocuo con una esperienza soggettiva di paura casualmente concomitante. L’associazione viene poi mantenuta nel tempo proprio attraverso l’evitamento, che ha lo scopo di scongiurare l’ansia collegata all’oggetto temuto. A volte c’è stato effettivamente un trauma, come essere stati aggrediti da una cane, o essere stati vittime di un uragano. Per l’ipotesi cognitivista, sono i nostri pensieri disfunzionali a interpretare la realtà in modo minaccioso. Ciò che più spaventa il fobico non è tanto l’oggetto in sé, quanto l’idea di riprovare quel terrore già provato. La sua anticipazione catastrofica di ciò che potrebbe accadere è l’elemento che innesca il circolo vizioso.

Alcune fobie vengono attribuite alla sopravvivenza di meccanismi evolutivi arcaici. Nella fobia alla vista del sangue, ad esempio, si verifica un calo pressorio che in molti casi porta allo svenimento. Si ipotizza che si attivi un meccanismo di sopravvivenza per cui, alla vista di sangue come segnale di potenziale pericolo di ferimento anche per sé stessi, si riduca la pressione per evitare un’emorragia.

In fobie come quella dell’aereo entrano in gioco anche la paura di perdere il controllo, di affidarsi ad altri, nonché di separarsi dai propri cari. Il significato relazionale delle fobie viene messo in luce dall’approccio sistemico, per cui il contesto in cui si nasce e si vive influisce sullo sviluppo di un personalità fobica. Sono soprattutto le tematiche della dipendenza e dell’autonomia dall’altro ad entrare in gioco nelle fobie.

Affrontare la paura

Il trattamento più efficace delle fobie, come degli altri disturbi d’ansia, prevede che la persona affronti lo stimolo temuto, ma in un modo diverso da come farebbe da sola. Tipicamente infatti, quando un fobico decide di forzarsi ad affrontare la sua paura, lo fa “di petto”, mettendosi nella situazione più ansiogena possibile e ponendo così le basi per un fallimento quasi certo, essendo in questo modo l’ansia insostenibile. La psicoterapia rappresenta invece un contesto protetto e guidato in cui l’esposizione alla situazione temuta è studiata, preparata, calibrata in modo molto graduale, permettendo alla persona di adattarsi e tollerare progressivamente esposizioni sempre più prolungate con una risposta ansiosa sempre minore. Anche il rilassamento è una tecnica efficace che può essere affiancata, in modo che la persona impari ad associare allo stimolo una risposta di rilassamento piuttosto che di ansia. Se la fobia ha un significato relazionale (è il mezzo con cui ad esempio si resta legati alla famiglia, o si ottengono gratificazioni dagli altri) occorre sciogliere queste dinamiche a favore di altre più funzionali.

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