17-Jul-21 · Ansia, depressione, traumi
Vacanze, Covid e paura di viaggiare
Riprendere a viaggiare in tempo di Covid richiede adattamento, organizzazione ed equilibrio tra precauzioni e fiducia.
Zone bianche, greenpass, vaccini, contagi in calo: la situazione migliorata sotto il profilo della diffusione del virus e la maggior sicurezza permessa dalle vaccinazioni stanno spingendo molti a riprendere i viaggi e a concedersi la vacanza tanto agognata nei mesi di restrizioni. Se alcuni hanno approfittato immediatamente e con fin troppo entusiasmo delle nuove possibilità, con il rischio di sottovalutare pericoli ancora presenti e di adottare comportamenti imprudenti, altri invece sono restii a riprendere le consuete attività, restando dubbiosi o manifestando veri e propri sintomi di ansia di fronte alla prospettiva di spostarsi, programmare ferie, utilizzare mezzi di trasporto.
L’ansia di mettersi in viaggio colpisce in primo luogo coloro che anche in circostanze ordinarie hanno delle difficoltà. Per alcuni il fatto stesso di andare in vacanza solleva il timore di dover gestire imprevisti, di allontanarsi da luoghi e figure familiari, di non poter avere tutto sotto controllo, di doversi adattare ad ambienti e abitudini diverse, di dover affrontare ad esempio la paura di volare o di trovarsi in un posto dove non potrebbero immediatamente allontanarsi, come un treno o una nave. A queste paure preesistenti, si aggiungono quelle specifiche legate alla pandemia, inducendo alcuni a rinunciare definitivamente.
Anche coloro che normalmente viaggiano senza difficoltà, nelle circostanze attuali possono sentirsi frenati da diverse preoccupazioni. Un sondaggio effettuato dal tuor operator Tramundi su un campione di mille italiani offre una fotografia dei timori più comuni e della loro frequenza a seconda del sesso e delle fasce di età. Se un 52,6% manifesta l’intenzione di partire appena possibile e solo un 1% dichiara di rinunciare del tutto a viaggiare, il 27, 6% esprime però paura del contagio, soprattutto nella fascia d’età 40-55 anni. I ragazzi più giovani manifestano inaspettatamente più preoccupazione dei soggetti più anziani, ma in questo caso cambia il motivo, che è in gran parte economico: i più giovani infatti temono soprattutto l’eventualità di perdere denaro a causa di cancellazioni e rimandi. Le donne sono più preoccupate di andare incontro a obbligo di quarantena o isolamento fiduciario, mentre gli uomini manifestano maggiormente preoccupazioni economiche.
Oltre alla paura principale di essere esposti al contagio, molti manifestano il timore di trovarsi a soggiornare in strutture che non rispettino le regole di sanificazione o che siano eccessivamente affollate, di non poter ricevere adeguata assistenza sanitaria in caso di contagio, di restare bloccati e non poter rientrare per un improvviso cambiamento dello scenario.
Certamente, viaggiare in epoca covid diventa un’attività più complessa che necessita di una maggiore organizzazione e di una maggiore flessibilità, anche psicologica. Viaggio e vacanza sono resi più disagevoli dal doversi continuamente aggiornare sulle norme in vigore nel luogo di partenza e in quello di arrivo, dal dover rispettare regole di comportamento, dal dover prenotare anche attività per cui la prenotazione non era mai stata necessaria. Viaggiare richiede perciò di essere più attenti, più organizzati, di saper prevedere alternative, di saper accettare compromessi, riuscendo a trovare un equilibrio tra precauzioni e fiducia.
La paura di viaggiare risente del clima di incertezza che permane malgrado le vaccinazioni, a causa delle rapide e impreviste evoluzioni a cui siamo ormai avvezzi ad assistere, ed è parte di una più generale ansia nel tornare alle abituali attività, fuori dagli angusti ma sicuri spazi della propria casa. Oltre che informarsi, prepararsi e organizzarsi per poter ridurre la sensazione di incertezza e di mancanza di controllo, le persone che manifestano questa difficoltà dovrebbero esporsi alle situazioni temute con gradualità. Così può essere utile cominciare a prefigurare solo nella fantasia la situazione che suscita ansia, per poi affrontarla dal vivo gradualmente. Ad esempio, si può iniziare con un viaggio di breve durata, non troppo lontano da casa, oppure in luoghi già conosciuti che presentino meno incognite. Prima di affrontare la vacanza con tutti i molteplici aspetti che suscitano inquietudine, ci si può esercitare a gestirli uno alla volta nei più tranquillizzanti ambienti familiari, partendo ad esempio dal prendere i mezzi pubblici per spostarsi, oppure dall’abituarsi a rifrequentare ristoranti e luoghi di svago abituali.
L’esposizione, ovvero affrontare ciò che suscita ansia, è infatti la strategia più efficace in tutti i disturbi d’ansia, perché permette di far estinguere fisiologicamente l’ansia a poco a poco e di avere la rassicurante conferma che le proprie previsioni catastrofiche in realtà non si realizzano, stoppando il meccanismo dell’evitamento che non fa che amplificare sempre di più la difficoltà.