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18-Jun-22 · Ciclo vitale, eventi e ricorrenze

Menopausa, un'occasione per il cambiamento e la realizzazione personale

La menopausa rappresenta un momento di bilancio prezioso per mettere a fuoco il senso della propria vita.

“Cos’è cos’è questa sensazione? / È come un treno che mi passa dentro senza stazione / Dov’è dov’è il capostazione? Sto viaggiando senza biglietto e non ho direzione / È il mio corpo che cambia nella forma e nel colore / È in trasformazione / È una strana sensazione in un bagno di sudore”… La nota canzone dei Litfiba Il mio corpo che cambia viene interpretata con diverse chiavi di lettura, da metafora dell’amplesso amoroso a quella di viaggio psichedelico sotto l’effetto di droghe, ma certamente si presta a descrivere con efficacia anche una delicata fase della vita delle donne: la menopausa. Specialmente quel “bagno di sudore” è immediatamente evocativo per chi attraversa questo passaggio e si trova a dover convivere con le tipiche improvvise quanto sgradevoli vampate di calore.

Curioso il fatto che un fenomeno oggetto di tabù sociale come la menopausa, argomento coperto da una coltre di imbarazzo, per lo più taciuto, raramente condiviso apertamente, si annunci  invece, la maggior parte delle volte, proprio con un sintomo così evidente, sfacciato e difficile da occultare come la vampata, che fa arrossire la pelle, sudare a volte copiosamente fino a costringere a togliere degli indumenti o a cambiarli.

Se le mestruazioni ancora sono un tabù innominabile (negli spot pubblicitari si parla al massimo di “ciclo”, con notevole sforzo, e solo da poco è stato abbandonato l’ipocrita liquido azzurrognolo che doveva pudicamente mimare il sangue mestruale), la menopausa lo è ancora di più, perché associata prevalentemente a significati negativi, alcuni dei quali sopravvivono anche se la realtà nel tempo si è modificata.
Se infatti in passato la menopausa segnava l’avvicinarsi dell’ultima fase della vita, con tutto ciò che ne consegue, oggi è invece l’inizio di un periodo che ricopre parecchi anni, più di un terzo della propria esistenza, e che può essere “fecondo” al di là della fine della fertilità biologica, portando nuove consapevolezze e nuove progettualità.

Tecnicamente il termine “menopausa”  indica l’ultima mestruazione, ma comunemente  viene utilizzato  per indicare tutto il periodo che segue la scomparsa del  ciclo mestruale. La produzione di ormoni estrogeni comincia a calare, l’attività ovarica cessa, fino alla scomparsa delle mestruazioni. Il processo si verifica per la maggior parte delle donne tra i 45 e i 53 anni.

Se da alcune donne la menopausa è accolta come una liberazione dalla seccatura o dal dolore delle mestruazioni e dal timore di gravidanze indesiderate, per altre è un passaggio difficile in cui predominano i cambiamenti negativi, comportando un disagio di intensità diversa da una donna all’altra.
I sintomi possono essere molto fastidiosi e compromettere la qualità della vita in modo anche significativo. I più noti sono i disturbi vasomotori: le cosiddette vampate di calore, accompagnate da abbondante sudorazione, che causano anche notevole imbarazzo. La pelle diventa meno elastica e più sottile e secca, il peso può aumentare e il grasso si accumula su pancia e fianchi. Quei chili in più che prima era più facile eliminare variando l’alimentazione e facendo esercizio fisico ora si piazzano ostinatamente sulla pancia, ciò che prima era sufficiente per sbarazzarsene non funziona più.
La lubrificazione a livello genitale diminuisce, comportando a volte dolore nei rapporti sessuali. Aumentano i disturbi urinari, le ossa diventano più fragili. L’umore può variare repentinamente, possono comparire ansia, depressione, irritabilità, insonnia, problemi di memoria e concentrazione. Il corpo insomma si trasforma, può diventare un estraneo in cui non ci si riconosce davanti allo specchio. La sensazione è che non risponda più ai comandi, proprio come se mancasse “il capostazione” della canzone dei Litfiba.

D’altra parte, sappiamo che nelle culture diverse da quella occidentale, in cui la menopausa non ha una connotazione negativa ma al contrario conferisce alla donna uno status sociale più prestigioso, i sintomi, sia fisici che psicologici, sono pressoché assenti. Questo fa pensare al peso che i fattori culturali e sociali hanno sulle manifestazioni della menopausa e a quanto possano modulare i fattori biologici. Nella nostra cultura, l’invecchiamento è un nemico da contrastare e vincere con ogni mezzo, in una lotta contro il tempo per stare al passo con canoni di bellezza rigidissimi e per reggere il confronto con donne più giovani e attraenti. Dovremmo fermarci a riflettere su quanto la terapia ormonale sostitutiva, al di là dei suoi benefici per motivi di salute, non sia però anche un modo per colludere con la illusoria negazione dell’inevitabile destino del nostro corpo.

La nostra cultura tuttora continua a identificare, riduttivamente, l’essere donna con l’essere madre, o quantomeno considera la maternità una dimensione essenziale per completare l’identità femminile. La menopausa segna in modo definitivo l’impossibilità di essere, o essere di nuovo, madre biologica. Avviene inoltre in un’età in cui di solito i figli sono abbastanza grandi e sempre meno bisognosi dei genitori. Per chi ha investito gran parte della propria identità nell’essere e nel diventare madre, questo passaggio può essere difficile da accettare e comportare una crisi del senso da dare alla propria esistenza.

La sessualità in menopausa non ha più un fine procreativo e assume un carattere esclusivamente ludico. Per alcune donne questo comporta una perdita di senso della sessualità, con calo del desiderio e ritiro dall’attività sessuale. Altre, al contrario, si sentono più libere di vivere la sessualità senza l’ansia della gravidanza e si sentono anzi più disinibite nell’esprimere nuovi bisogni. Al di là della dimensione sessuale, la coppia si trova comunque a dover costruire un nuovo equilibrio, anche per il minor spazio occupato dai compiti genitoriali in questa fase della vita, con l’uscita dei figli da casa.

La menopausa rappresenta un importante momento di bilancio, una tappa in cui si guarda a cosa si è costruito, si rimettono in discussione le esperienze passate e le prospettive future. Questo può comportare malinconia e delusione, ma può anche essere un’occasione preziosa per concentrarsi su ciò che si vorrebbe migliorare o per realizzare ciò che si è dovuto rimandare.
Solo accettando di confrontarsi senza scappare con il senso di perdita, con il disorientamento, con la sensazione di non avere il controllo sul proprio corpo, con il pensiero dell’invecchiamento e della morte che si affaccia in modo sempre più insistente, è possibile usare il cambiamento in senso costruttivo. Sono proprio questi sentimenti di tipo depressivo, in cui è difficile sostare, a farci capire che senso vogliamo dare alla nostra esistenza. Molte donne in questo momento della loro vita riscoprono un bisogno di autorealizzazione che avevano finora sacrificato. Alcune trovano anche il coraggio di fare scelte importanti, come porre fine a una relazione insoddisfacente, trasferirsi in una nuova casa o cambiare lavoro. Non una fine ma un nuovo inizio, dunque, sostenuto anche da una consapevolezza di sé e dei propri bisogni  più matura e salda.

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Signorina lei ha bisogno d'affetto

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