31-Jul-21 · Altri articoli
Oroscopo, i motivi psicologici per cui ci crediamo
Non ha nessuna base scientifica, eppure vogliamo crederci per il bisogno di avere certezze e controllo su quello che ci accade.
Dalla cartomante e dal mago non sono poi moltissimi ad andarci (sempre troppi, a dire il vero), ma un’occhiata all’oroscopo prima o poi la danno tutti, anche i più scettici. «Che c’entra? L’oroscopo è un’altra cosa», obiettano molti. L’oroscopo è astrologia, e l’astrologia non è una scienza, ma un’arte divinatoria. «Sì però guarda che ci prende! Certo, mica devi leggere l’oroscopo della mattina sul giornaletto, quello non è attendibile. Devi farti fare il tema natale!», «I segni zodiacali non mentono: guarda me, sono del Toro e mi corrisponde in tutto e per tutto», «Non vorrai negare che il Cancro è sensibile, che il Capricorno è testardo e la Vergine pignola? Tutto vero!».
Le mie discussioni su oroscopi, pseudo test psicologici che girano su facebook e affini, si concludono di solito con un mio attacco di gastrite, perché non c’è verso di schiodare le persone dalla convinzione che «Dai, qualcosa di vero c’è!». E infatti, di vero qualcosa c’è: le distorsioni della nostra mente, meccanismi cognitivi che ci inducono ad alterare le informazioni e ad adattarle a quello che vorremmo o che ci aspettiamo.
Per far crollare tutto l’apparato dell’oroscopo basterebbero i risultati del famoso studio dello psicologo Forer nel lontano 1948. Forer distribuì ai suoi studenti un test di personalità e poi, ad ognuno, il profilo che ne risultava, chiedendo di giudicare se li descrivesse con accuratezza. Tutti giudicarono il profilo azzeccato e corrispondente alla propria personalità, con una precisione ottima o eccellente. Peccato che Forer avesse consegnato a tutti lo stesso profilo, con le stesse parole, che aveva tratto dalla descrizione di un segno zodiacale su una rivista dell’epoca. Questo significa che la descrizione delle caratteristiche di un segno zodiacale (ma anche i vari profili che emergono rispondendo ai vari pseusotest di personalità che circolano in rete) è talmente generica e vaga che chiunque ci si può riconoscere, quindi sarà sicuramente “vera”. L’effetto Forer è quindi un meccanismo psicologico per cui le persone tendono a riconoscersi in un profilo vago e generico che potrebbe essere adatto per tutti, senza rendersi conto della sua aspecificità. L’effetto è tanto maggiore, quanto più crediamo che il risultato sia personalizzato e quanto più il profilo contiene caratteristiche positive: se dà un’immagine negativa di noi, guarda caso riacquistiamo lo spirito critico per dubitare della sua accuratezza!
Ma perché si verifica l’effetto Forer? La nostra mente ama molto le scorciatoie cognitive e cerca di semplificare l’analisi della realtà per ricondurla ad un numero minore possibili di variabili. Così seleziona le informazioni, scarta quelle che contrastano con l’idea che si è già fatta, distorce i ricordi, mantenendo ciò che conferma le nostre convinzioni e dimenticando ciò che le contraddice. Abbiamo bisogno di definire la nostra personalità e quella degli altri, ordinandola in categorie. Questo ci dà anche l’illusione di poter conoscere l’altro senza doverne fare una valutazione dettagliata. «Di che segno sei?», chiedono molti all’inizio di una conoscenza, e già si formano un’idea dell’altro, che in realtà è uno stereotipo e un pregiudizio. «Guarda che il segno zodiacale dice molto, eh!»; dubito però che a qualcuno dei sostenitori dell’astrologia possa fare piacere, ad esempio, essere scartato a un colloquio di lavoro in base al segno zodiacale, fatto accaduto veramente.
Tornando all’oroscopo, l’impressione che “qualcosa di vero c’è” dipende da vari fattori. Intanto, tra segno zodiacale, decadi, ascendente, posizione dei pianeti e altre variabili astrologiche, le possibili caratteristiche di un soggetto diventano infinite e spesso in contrasto tra loro, perciò ci sarà sicuramente qualcosa di azzeccato, e l’incongruenza sarà spiegata con la legittima osservazione che possiamo essere diversi a seconda delle circostanze.
Per quanto riguarda le previsioni sul futuro, di solito le verifichiamo a posteriori, e comunque sono formulate in modo talmente generico che ognuno può adattarle alla sua situazione. Se l’oroscopo mattutino dice “Oggi avrai un contrattempo” (chi non ha un qualche contrattempo durante la giornata?), uno ci vedrà il riferimento all’autobus arrivato in ritardo, un altro lo collegherà alla coda alle poste, un altro ancora a una telefonata inaspettata. Tendiamo automaticamente a interpretare ciò che è vago adattandolo alla nostra situazione specifica.
Di più, esiste anche il fenomeno della profezia che si autoavvera: una volta che sappiamo certe informazioni, inconsciamente ci comportiamo proprio in modo da farle avverare e notiamo con estrema attenzione tutto ciò che le conferma.
Leggere l’oroscopo per gioco, con leggerezza, non è un problema. Lo diventa quando ci crediamo davvero e finiamo per essere passivi pensando che il destino sia segnato, o giudichiamo gli altri in base a stereotipi. Soprattutto nei momenti di stress, insicurezza o sofferenza, il bisogno di cercare risposte confortanti e di prevedere un futuro che non è in nostro controllo può spingerci a ricorrere al pensiero magico, che però ci rende impotenti di fronte ai problemi e non ci fa scoprire e utilizzare le risorse che abbiamo in noi.