27-Jul-24 · Comunicazione e relazione interpersonale
Quanto e perché mentiamo sui social network
Le bugie sui social network sono molto frequenti e mirano soprattutto a dare una migliore immagine di se stessi agli altri.
Dai ritocchi sull’età, alle esperienze lavorative fasulle, fino alle foto di vacanze completamente inventate, le bugie più o meno fantasiose sui social sono una pratica molto comune. Mentire su Facebook, ad esempio, è un’abitudine molto diffusa: due terzi degli utenti ammettono di alterare le informazioni che presentano agli altri sui propri profili. Alcuni costruiscono a suon di bugie e abbellimenti vari un’immagine di sé talmente diversa dalla realtà, da arrivare a confondersi e non ricordarsi più, poco tempo dopo, che cosa sia vero e cosa falso di ciò che hanno messo in vetrina.
Bugie bianche a fin di bene
Che tipo di bugie diciamo sui social network? Rafael A. Barrio in un’ interessante ricerca condotta in Europa, ha concluso che le bugie sui social seguono la stessa logica e le stesse regole della comunicazione in generale, in cui sono presenti “bugie bianche”, ovvero quelle innocue bugie dette a fin di bene (ad esempio tutte quelle bugie di cortesia del tipo “Mi è piaciuto tanto il tuo regalo” anche quando il dono non è stato gradito, o il “Sei bellissima” sotto l’aggiornamento della foto profilo…) che sono accettate e anzi incoraggiate dalla società, e “bugie nere”, ovvero quelle dannose, offensive o che mirano a trarre un profitto.
Anche sui social le bugie bianche sortiscono l’effetto di mantenere numerosi e buoni rapporti con gli altri. Così come nella realtà quotidiana, anche nel mondo virtuale essere sinceri, schietti, dire chiaramente quello che si pensa senza filtri e senza diplomazia, che piaccia o no produce attriti, antipatie, rifiuto e in definitiva perdita dei legami ed emarginazione perché parlare con totale onestà, anche se è una dote lodevole, può urtare la sensibilità altrui. Anche se teoricamente ci viene insegnato ad essere sinceri e a non mentire, poi in realtà vigono regole sociali meno esplicite ma molto potenti che ci chiedono di essere educati, di essere cortesi, di non dispiacere, non ferire, non offendere, mostrare gratitudine ecc. per cui sono innumerevoli le occasioni in cui “limiamo” la comunicazione spontanea per adeguarla a quanto è socialmente accettabile, sia sui social che fuori. Anzi, sui social le bugie bianche aumentano ancora di più, per mantenere buoni rapporti con una platea molto più ampia e variegata di quella che incontriamo nella vita offline. Facebook, in cui circolano maggiormente informazioni personali rispetto ad altri social, è anche il mezzo in cui si mente di più, in linea con quanto accade nella realtà non virtuale, in cui si tende a mentire maggiormente con le persone amiche piuttosto che con gli estranei.
Bugie nere per manipolare o ferire
Le bugie nere, quelle dette per manipolare, per truffare, per offendere, per approfittarsi di qualcuno, sono in numero minore ma purtroppo sono favorite dall’intimità che si crea molto più facilmente nella comunicazione virtuale rispetto a quella vis-à-vis e della facilità con cui si può creare un profilo falso e spacciare foto altrui per immagini proprie o della propria famiglia, trasmettendo un’impressione di sé affidabile e rassicurante che non rispecchia la realtà. Le caratteristiche della comunicazione virtuale aumentano il rischio di cadere preda di raggiri: apertura, grande vicinanza emotiva, distanza fisica e al contempo idealizzazione dell’altro, permettono di proiettare sull’altro ciò di cui abbiamo bisogno mentre la distanza permette di evitare il confronto con la realtà e il ridimensionamento delle aspettative. La comunicazione virtuale non permette di cogliere i segnali dell’inganno: manca la possibilità di vedere le espressioni dell’altro, il suo sguardo, manca la voce che tradisce le emozioni. In altri casi bugie e menzogne possono essere il pane quotidiano dei trolls, soggetti che si infiltrano nelle comunità online a scopo di provocazione, spesso attraverso account falsi, e che intralciano le conversazioni con messaggi provocatori, irritanti e fuori tema.
Mentire per piacere e per sembrare felici
Sui social si mente soprattutto per presentare agli altri la versione di sé migliore e più desiderabile. Nei siti per incontri online, la maggior parte degli iscritti mente, correggendo in senso migliorativo altezza, peso e tipo di corpo e abbassando l’età. Sui social si mente per avere attenzione, consenso, approvazione, conforto, per essere accettati, per paura di non essere abbastanza interessanti. L’approvazione altrui, di cui abbiamo da sempre bisogno, sui social si può facilmente misurare a suon di like, reazioni, condivisioni, che ogni volta procurano nel nostro cervello un’ondata di dopamina, neurotrasmettitore del piacere e della ricompensa. Per poter riscuotere consensi, si condivide solo ciò che può attirare, incuriosire o ciò che verrebbe approvato, in particolare contenuti che hanno a che fare con la felicità e che sono accuratamente selezionati dal resto, o più spesso sono gonfiati o completamente fittizi. I social rispecchiano quindi l’ideologia dominante attualmente nella nostra società: bisogna essere sempre felici, attivi e performanti; sono banditi tristezza, disagio, noia, sofferenza, insoddisfazione, fragilità.
Le foto vengono scelte tra le più lusinghiere e molto spesso sono manipolate per mostrare una forma fisica desiderabile e un’età giovane. I contenuti postati vengono abbelliti per mostrare una vita interessante, eccitante, appagante o di successo. Le persone mentono persino sui propri interessi, sui libri letti, sui film visti, fingendo di sapere cose che non sanno, di essere aggiornate e di possedere una cultura che non hanno, per apparire più intelligenti e informate.
Alterare l’immagine che si presenta agli altri, minimizzare gli aspetti negativi e mostrare solo il meglio di sé e della propria vita è una tendenza comune da sempre e di per sé può essere innocua, ma a far la differenza è, come per molte altre questioni, la dose in cui lo si fa e l’ impossibilità di farne a meno. Soprattutto, dovremmo ricordarci che, come lo facciamo noi, verosimilmente quasi tutti lo fanno, in special modo sui social, e dovremmo valutare quel che vediamo e leggiamo con spirito critico e con una punta di sano scetticismo, prima di cedere a confronti potenzialmente deprimenti e scoraggianti in cui ci sembra che la nostra vita sia meno interessante e appagante di quella degli altri.