26-Jun-19 · Corpo e malattie organiche
Le malattie psicosomatiche: messaggi dal corpo
Nelle malattie psicosomatiche, un contenuto psichico produce cambiamenti in organi del corpo. Scopri il possibile significato dei vari disturbi.
Le malattie psicosomatiche sono caratterizzate da sintomi in cui è possibile rintracciare un’origine psicologica. Si basano sul meccanismo della somatizzazione: un contenuto psichico (emozioni e affetti come rabbia, paura, insoddisfazione, delusione) produce un cambiamento in qualche organo del corpo, tramite il coinvolgimento del sistema ormonale e immunitario. Qualunque malattia, a dire il vero, potrebbe dirsi psicosomatica; se infatti vediamo l’essere umano come un’unità indivisibile di corpo e mente, è logico aspettarsi che contenuti emotivi possano ripercuotersi sul corpo, e che viceversa disturbi fisici provochino anche un disagio psicologico. Classicamente, però, ci sono malattie che sono considerate psicosomatiche per eccellenza: sono ad esempio l’asma bronchiale, l’ulcera peptica, la colite, la psoriasi.
Il meccanismo psicosomatico
La persona che tende a sviluppare malattie psicosomatiche ha in genere difficoltà ad esprimere le emozioni. E’ raro che dica di essere arrabbiata, o insoddisfatta, o delusa. Fa fatica insomma a “mentalizzare” le emozioni, ossia a viverle consapevolmente, riconoscerle, elaborarle, e si concentra invece sul sintomo fisico: solo di questo si lamenta. Può avere difficoltà, ad esempio, a immaginare una connessione tra il suo mal di stomaco e una situazione stressante che sta vivendo al lavoro. Possiamo dire che non “percepisca” la propria insoddisfazione o frustrazione, ma solo il suo mal di stomaco. Le emozioni si esprimono quindi in un modo camuffato attraverso sintomi fisici. Il corpo comunica così l’esistenza di emozioni disturbanti e segnala che è necessario cambiare qualcosa.
Una vera malattia
La somatizzazione può avvenire in varie parti del corpo e può produrre disturbi funzionali o vere e proprie malattie. Nel primo caso, più lieve e transitorio, le emozioni provocano un cattivo funzionamento di un organo, temporaneo e reversibile. Il mal di pancia dello studente prima dell’esame ne è un classico esempio; cessato l’allarme, l’intestino tornerà al suo normale funzionamento. Ma in altri casi, se l’influenza del fattore psicologico è più intensa e duratura, si può produrre una vera malattia in cui non solo si altera il funzionamento dell’organo, ma si determina anche una lesione anatomica: è il caso, ad esempio, dell’ulcera gastrica o duodenale.
Diversi fattori concorrono a produrre una malattia psicosomatica: c’è una iperattivazione del sistema nervoso autonomo, a cui si aggiungono la personalità del soggetto, una “vulnerabilità d’organo” (il fatto che ogni individuo può avere un particolare “organo bersaglio” su cui si scaricano prevalentemente le tensioni), e il contesto ambientale.
Il significato del sintomo
Ogni parte del corpo ha una sua chiave di lettura. Un classico della psicosomatica sono i disturbi gastrointestinali: gastrite, ulcera, colite, colon irritabile. Attraverso lo stomaco si esprimono problematiche che non sono state “digerite”: situazioni rifiutate, vissute come ingiuste, o che provocano collera; i succhi gastrici sono infatti associati alla rabbia. Gastrite e ulcera simboleggiano anche difficoltà a realizzare le proprie aspirazioni, sensazione di essere succubi di qualcosa o qualcuno, paura di non essere all’altezza. Nausea e vomito indicano, come è facilmente intuibile, il bisogno di liberarsi di qualcosa. I disturbi intestinali sono invece tipici di persone introverse, meticolose, ordinate, che tendono ad inibire l’aggressività; richiamano una difficoltà ad accettare le nostre parti “sporche”, aspetti di noi che riteniamo sconvenenti e immorali. La stipsi simboleggia l’attaccamento a quel che si ha, la difficoltà a lasciar andare il passato, la tendenza a trattenere e a non mostrare ciò che si è; la dissenteria ha invece a che fare con la paura, la ribellione e il bisogno di liberarsi di qualcosa.
Il fegato è simbolicamente la sede di intense pulsioni come la rabbia e il coraggio e i suoi disturbi segnalano una difficoltà a gestire questa energia vitale.
I disturbi cardiaci possono presentarsi con palpitazioni, aritmie, dolori; questi hanno a che fare con la paura di concedere e di concedersi, con la mancanza di piacere in ciò che si fa, con la difficoltà a permettersi spazi di libertà e rilassamento. L’infarto è un rischio soprattutto per le personalità con forte competitività, ambizione e aggressività.
Il mal di testa colpisce soprattutto le persone perfezioniste, che hanno un forte senso del dovere e che ricoprono responsabilità pesanti. Sono persone abituate a dare il meglio di sé e che temono di non riuscire a raggiungere le loro mete ambiziose. Hanno un’eccessiva razionalità che controlla la parte più emotiva; il dolore alla testa le costringe invece a “non pensare”.
L’asma simboleggia una situazione in cui ci si sente soffocare, o un legame troppo stretto che non consente la propria autonomia e libertà. Viene collegata alla relazione ambivalente vissuta nell’infanzia con un genitore iperprotettivo.
La pelle è l’organo che ci avvolge completamente e che segna il confine ma anche il contatto con il mondo esterno. Dermatiti, eczemi, psoriasi, alopecia simboleggiano difficoltà nella relazione e nella comunicazione con gli altri e, con la loro visibilità, sono una richiesta d’aiuto palese.
I dolori muscolari come lombalgie, sciatica, colpo della strega, riguardano soprattutto persone iperattive che tendono a tenere tutto sotto controllo; questi disturbi sono invece un fastidioso imprevisto che le costringe a fermarsi. Torcicollo e dolori cervicali sono tipici di persone con forte autodisciplina e rigidità.
I disturbi uro-genitali hanno a che fare con il modo in cui si vivono la propria femminilità o mascolinità e con l’atteggiamento verso la sessualità. Dolori mestruali, cistite, dolore nel rapporto possono segnalare paura del piacere, conflitto tra controllo e desiderio di cedere; possono derivare da un’educazione rigida o essere un modo per tenere lontano il partner. I disturbi sessuali maschili simboleggiano senso di inferiorità e insicurezza, o difficoltà relazionali risalenti all’infanzia.
Che fare?
Se il sintomo dà voce a emozioni inespresse, la strada per alleviare o magari prevenire la malattia psicosomatica è proprio la consapevolezza delle proprie emozioni. Compito difficile dato che, appunto, il paziente psicosomatico è tale proprio perché tende a non mentalizzare le emozioni ma a scaricarle nel corpo. Si può però imparare a conoscersi meglio, eventualmente con l’aiuto di una psicoterapia; diventando più capaci di riconoscere i propri desideri profondi, si può sollevare il corpo dalla pesante responsabilità di farsene portavoce, migliorando la qualità della vita.