Gli animali domestici apportano numerosi benefici alla nostra salute, sia fisica che mentale.
«Dov'è Louise? Me la fai salutare, prima di chiudere? É buffa, mi fa ridere!», «Aspetta che vado a prendere il mio Silvestro e lo presento a Louise», «Oggi non vedo Amelia sulla mensola, peccato! Mi rilassava vederla dormire». Amelia e Louise sono le mie gatte e in questo periodo di smartworking obbligato da casa, sono entrate anche loro, diverse volte, nelle sedute online in videochiamata coi miei pazienti. All'inizio per sbaglio, con Louise che inseguendo una mosca ha travolto tutto quel che trovava sul suo cammino, compreso il telefono, e poi, vedendo che la cosa apportava dei benefici ad alcuni pazienti, intenzionalmente. Ero titubante, a dire il vero, ma poi ho pensato che pure Freud lasciava che la sua Jofi, una splendida ChowChow, gironzolasse per la stanza durante la psicoterapia, se il paziente acconsentiva. Il cane di Freud, tra l'altro, era un ottimo coterapeuta: dava informazioni sullo stato d'animo del paziente, avvicinandosi a chi era tranquillo e allontanandosi da chi era teso. Era anche un precisissimo orologio: trascorsi i 45 minuti, sbadigliava, si alzava e si metteva alla porta, fissando il paziente con l'intento di invitarlo ad andarsene.